Senza lavoro, divorziato, malato e con il mutuo della casa
Da qualche tempo ci stiamo occupando di sovraindebitamento, e delle possibilità che gli incapienti oggi hanno di azzerare i debiti contratti grazie all’introduzione di leggi ad hoc a partire dal 2012, quando fu approvata la cosiddetta “legge salva suicidi”.
Il sovraindebitamento si verifica quando un soggetto non è più in grado di pagare regolarmente i propri debiti: oggi fortunatamente la normativa pone un’attenzione particolare alle situazioni di fragilità finanziaria. Dopo aver illustrato le leggi e i loro obiettivi (vedi numeri del Piccolo del 19 aprile e 7 giugno scorsi), oggi vediamo un caso concreto seguito dal Movimento Difesa del Cittadino Associazione consumatori Cremona.
Il presidente Luca Avino è stato ospite della nostra redazione accompagnato da Angelo Timmoneri, che ha 64 anni, vive a Pieve San Giacomo e ha dovuto far fronte a un’emergenza economica provocata da una serie di situazioni che gli sono capitate. Angelo non ha remore a metterci la faccia, anche perché non è mai stato con le mani in mano ad attendere aiuti, ma anzi ha offerto la sua disponibilità al mondo del volontariato in diverse forme.
LA VICENDA
A introdurla è Avino: «A livello nazionale la nostra associazione esiste dai primi anni Ottanta, a Cremona fu fondata nel 2003 da una costola di Legambiente, poi ci siamo staccati. All’inizio l’attività era fatta con le scuole per far conoscere le etichette dei prodotti, imparare le regole della raccolta differenziata e l’importanza di non abbandonare i mozziconi disigarette, oggi affrontiamo i casi di sovraindebitamento. Conobbi Angelo nel 2016: era a casa dal lavoro e divenne volontario della nostra associazione. Il suo è uno dei casi più chiari di sovraindebitamento e incapienza: Angelo è invalido al lavoro a causa di una forma grave di diabete, tanto che è insulino dipendente e non può più svolgere il lavoro che faceva un tempo, vale a dire l’operaio addetto alla manutenzione delle strade. Oggi l’Inps gli riconosce acausa dell’inabilità un indennizzo di 1090 euro al mese. Sappiamo però che il livello minimo di sussistenza per un single è di 900 euro al mese, ma la moglie l’ha lasciato e ha il mutuo della casa rimasto sulle sue spalle, quindi la sua disponibilità effettiva è molto ridotta».
LA TESTIMONIANZA
È Angelo a raccontarci la sua storia, partendo dall’inizio: «Arrivo da un’esperienza collegiale di dieci anni, conclusa con l’affidamento in una famiglia cremonese molto conosciuta. Poi inizia un percorso autonomo: mi venne assegnato dall’Aler un appartamento a San Felice dove rimasi per due anni. Quindi mi sposai, per 28 anni tutto bene finché ilmatrimonio saltò. Ai guai si aggiunsero la malattia e la perdita del posto di lavoro, il tutto seguito dalla depressione. Sono stato seguito da Ucipem Cremona in un percorso durato tre anni, con l’assistenza di uno psicologo e di una psichiatra che mi segue ancora oggi. Poi la malattia del diabete ha fatto sì che non riuscissi più a gestire né la mia situazione patrimoniale né quella sentimentale, non potendo vivere in modo sereno e costretto a chiedere aiuto. Non riuscivo ad arrivare a fine mese, e un po’ grazie al Comune di Pieve San Giacomo un po’ con la Naspi raggranellavo 700-800 euro al mese. Non ce la facevo, chiesi un finanziamento che mi fu accordato, poi un secondo e ancora un terzo, quindi mi sono fermato perché stavo arrivando alla disperazione. Ero sovraindebitato e non avevo più chance di ripagare i debiti, e così chiesi aiuto a Luca Avino dopo aver conosciuto nel corso di un convegno la possibilità dell’esdebitamento».
LE TAPPE DELL’INCUBO
«Io Angelo lo conobbi nel 2016 – afferma Avino – all’interno del mondo del volontariato. Avevamouno sportello a disposizione dei cittadini una volta la settimana e lui teneva il registro dei volontari. Un lavoro d’ufficio, insomma. Lo conosco quindi da dieci anni, ma ho saputo della sua situazione solo nel dicembre scorso, quando al termine di un convegno sull’esdebitazione mi ha raccontato la sua storia. Il fatto è che il sovraindebitato dei suoi problemi tende a non parlarne con nessuno».
«A tempo perso – attacca Angelo – faccio il volontario anche all’Auser di Pieve San Giacomo, tenendo il registro dei viaggi. Altrimenti dovrei stare in casa da mattina a sera». Ma veniamo ai tre prestiti: «Sono tutti e tre illegittimi – dice Avino -, in quanto il testo unico bancario prevede che ci sia un’indagine creditizia prima di concedere il finanziamento, e che si valuti su quale quota del reddito necessario per vivere incida. Potremmo agire contro i tre procedimenti, ma preferiamopuntare sull’esdebitazione; poi le società creditrici, secondo la normativa, potranno dedurre le somme in incassate come passivo aziendale, un po’ quel che avviene nei casi di fallimento».
Angelo si sente strangolato dai debiti: «Oggi mi ritrovo nella situazione vissuta già anni fa, mavorrei solo vivere. Dopo il divorzio ho lasciato praticamente tutto a mia moglie, per mantenere con lei un clima sereno, e ho dovuto acquistare un appartamento nuovo con un mutuo. All’inizio la rataera di 400 euro, oggi è diventata di 600, e sono arrivato a malapena a rimborsare la parte del capitale».
Quindi un’altra tegola: «Infine ho conosciuto una ragazza dell’Est che mi ha portato via quel poco che mi era rimasto. Oggi preferisco vivere da solo Pieve San Giacomo, mi mancano 20 anni di mutuo. Tra due anni andrò in pensione, i contributi necessari li ho versati, e dato che la pensionesarà di 1.110 euro forse sarò costretto ad andare a vivere all’estero, dove il costo della vita è più basso». «Ora so che il cammino burocratico non sarà facile: vanno documentate tutte le spese, e devo sperare di non avere imprevisti: ad esempio mi si è rotto da poco il condizionatore e avendo io problemi di respirazione sono costretto a ripararlo».
L’ESDEBITAZIONE
A presentarci il cammino che attende Angelo è sempre Luca Avino: «Angelo ha un piano mensile di entrate e uscite, conosce già tutte le spese che avrà fino a fine anno. La legge prevede che 900 eurocorrispondano alla somma minima per poter sopravvivere. Quel che è extra va dato al tribunale, ma a lui non rimane nulla. L’obiettivo è salvare la casa: le norme prevedono che si tolga dalla situazione patrimoniale il mutuo con la banca, e su quel che resta si agisce con l’esdebitazione inbase alla normativa del 2023. È riconosciuto il diritto a sdebitarsi una volta nella vita in qualità di incapienti, ma va detto che il procedimento presso il tribunale costa: il costo medio dell’esdebitazione è di 3000 euro, nel suo caso si tratta di 2.440 euro, e la nostra associazione ha deciso di coprire circa 1.500 euro. Lui non ha parenti che possano aiutarlo, e i soldi ovviamente non li ha. Ma se un diritto è tale, devo esserlo anche nella pratica, sennò resta solo sulla carta. Contiamo comunque di raccogliere il migliaio di euro che mancano. Detto ciò, il percorso dovrebbe durare 6-8 mesi in fase pregiudiziale, poi per tre anni rimane in bilico. Anche il mutuo della casa dovrebbeavere una contrazione a causa del valore più basso dell’immobile: è un debito rimodulabile. Orastiamo raccogliendo i documenti, anche se le banche non ce li danno: scriveremo loro come associazione per avere gli ultimi 5 anni di movimentazione. A quel punto inizierà la fasepregiudiziale, ma già dal mese prossimo a lui sarà consentito sospendere le rate, in attesa dellarinegoziazione. Poi ci sarà la nuova rata rinegoziata. In ottobre il giudice dovrebbe confermare la bontà dei conti presentati, e Angelo con tutti i suoi conti finirà sotto lo stretto controllo del tribunale. Alla fine dei tre anni potrà chiedere al giudice di emettere il decreto di esdebitazione: senell’arco di questi tre anni avrà versato tutto ciò che aveva più del necessario, potrà cancellare i debiti non pagati, tornerà vergine per la centrale rischi e potrà ricominciare dalla sua pensione.
Importante è sottolineare che esdebitarsi è un nuovo diritto di cittadinanza».
«Intanto – chiude Angelo Timmoneri – mi appoggio alla Caritas che mi dà il pacco alimentare. Èvero che ho una casa, ma non è vendibile e loro capiscono la situazione».